FFP2 e FFP3 al confronto

Come noto, non tutte le mascherine sono uguali, avrete sentito certamente parlare infatti della loro classificazione che ne definiscono i requisiti di prestazione.

In particolare per la protezione delle vie respiratorie da agenti patogeni facciamo riferimento in particolare alla UNI EN 149:2009 che definisce i requisiti minimi per le semi-maschere filtranti antipolvere utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie, dividendole in tre classi, vale a dire FFP1, FFP2 e FFP3.

Analizziamo insieme le principali differenze tra le due classi più utilizzate in ambito lavorativo e medico: 

La mascherine FFP2 sono generalmente utilizzate nell’industria tessile, mineraria, farmaceutica, siderurgica, industrie agricole, dell’ automobilistica, del legno,  nei laboratori di analisi e anche dagli operatori sanitari o personale esposto a rischi basso-moderati.

Queste proteggono le vie respiratorie da polveri e fumi di particelle con un livello di tossicità compreso tra il basso e medio, devono avere una capacità filtrante di almeno il 94% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore dell’8%.

Le mascherine FFP3 sono un dispositivo di protezione delle vie aeree comunemente utilizzato sia nell’industria tessile, mineraria, farmaceutica, dell’edilizia e costruzioni, siderurgica, trattamento dei rifiuti, nei laboratori di analisi e anche dagli operatori sanitari che assistono individui infetti o potenzialmente infetti e personale di ricerca esposto ad alto rischio.

Devono filtrare almeno il 99% delle particelle sospese nell’aria e una perdita verso l’interno minore dell’2%.

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